E’ passato un anno dalla mia prima corsetta nel parcheggio. Ne sono seguite altre, ovviamente, ma la prima e’ sempre la prima…
Il ricordo dei momenti critici, delle urla della gente, degli attimi di panico seguiti a quel primo lungo urlo della sirena, rimangono in questo post, di un anno fa, e indelebilmente impressi negli animi di chi ha vissuto quei momenti, assieme al ricordo e al sollievo nel momento in cui e’ stato comunicato che non c’erano stati danni a cose e persone.
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Update
01/23/07 03:46:51 pm
Confessioni di una mente pericolosa
Sono vivo e ho internet.
Vivo si fa per dire
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Scatta la sirena di evacuazione alla ******
Tutto sotto controllo
*********** — Evacuazione precauzionale ieri alla ******. «Alle 9,55 – si legge in una nota dell’azienda – uno dei diversi sensori che costituiscono la fitta rete di monitoraggio ambientale ha raggiunto il valore di soglia per la rilevazione di idruri, attivando la sirena di evacuazione degli ambienti operativi. Il valore rilevato, 5 ppb (parti per miliardo), è pari al Tlv (Threshold Limit Values) ed equivale alla massima concentrazione ambientale di una sostanza alla quale si può essere esposti continuativamente, nell’arco della giornata lavorativa, senza effetti negativi per la salute. La scelta del Tlv, che rappresenta il limite di esposizione massimo raggiungibile nelle normali attività produttive senza conseguenze per il lavoratore – prosegue la nota ****** – garantisce la sicurezza e la salute delle persone, in condizioni normali e, a maggior ragione, in situazioni di emergenza. Infatti, solitamente per definire una condizione di emergenza vengono utilizzati valori limiti di concentrazione superiori al Tlv. Le successive ed attente verifiche– prosegue la nota ****** – hanno escluso cause attribuibili ai sistemi di distribuzione degli idruri, nonché quelle riconducibili ai sistemi di aspirazione, dai macchinari, delle sostanze derivanti dal processo. Queste verifiche puntuali, protrattesi per l’intera mattinata, hanno consentito di escludere che l’allarme fosse dovuto a malfunzionamenti degli impianti. Di conseguenza, alle 14,30 circa, il personale è rientrato nelle aree produttive per riprendere le normali attività. Dagli elementi raccolti riteniamo che l’attivazione del sensore ambientale sia attribuibile a una qualche attività estemporanea sicuramente non legata all’utilizzo dei macchinari e di difficile riproducibilità, anche in ragione della presenza del flusso d’aria sempre attivo nei reparti, che può agevolare fenomeni di interferenza ambientale. Ci preme sottolineare – conclude la ****** – che le persone al lavoro non hanno manifestato alcun tipo di malessere e cogliamo l’occasione per ringraziarle della calma e la pazienza dimostrate durante l’evacuazione. Come consuetudine, l’azienda ha inviato un messaggio informativo a tutti i dipendenti fornendo i dettagli dell’evento».
martedì 23 gennaio 2007
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Evacuazione, III
03/20/07 02:47:49 am
Confessioni di una mente pericolosa
Rievacuiamo. Sotto la pioggia, come formichine bianche blu che si affannano fuori dal formicaio dove un bambino dispettoso ha versato dell’acqua.
Nessuno sa che cosa sia successo ma nessuno vuole sperimentarlo.
C’e’ un freddo boia e la festa di S.Giuseppe viene santificata con numerose bestemmie. S.Giuseppe, se e’ stato comprensivo con la miracolosa nascita di Gesu’, perdonera’ anche stavolta.
I capi ci guardano sconsolati, pregustando la loro parte di casini; sono al freddo come noi, bagnati come noi, e all’oscuro di tutto.
Non sembra sia nulla di grave, anche stavolta nessuno ci e’ rimasto secco.
Perche’ come dice qualcuno, se era grave ce ne saremmo accorti dalla gente che cascava.
7 evacuazioni in 12 anni, 3 evacuazioni in 4 mesi. Forse qualcosa non va, o forse prima c’era meno attenzione per la salute e non si evacuava per cosi’ poco. Forse mi piace pensare che vorrei evitare che capitasse anche quel cosi’ poco.
Il mio collega che e’ morto di leucemia ieri (nessuno dice che sia correlata a lavoro, ma morto e’ morto, questo e’ parso evidente). potrebbe dirci la verita’, ma noi preferiamo pensare che adesso sta in un posto dove la sirena suona solo per avvertire tutti che il pranzo e’ pronto, dove la mensa e’ buonissima, dove si lavora 2 ore al giorno per rompere la monotonia; ci piace pensare anche che non gliene possa fregare niente di noi, e che provi unicamente un po’ di nostalgia per la sua famiglia che ha dovuto prematuramente lasciare dopo una vita passata a rimpilzare gli ingordi utenti di semiconduttori di ogni tipo. Da lui quindi non sapremo niente, lo salutiamo anche se non lo conoscevamo bene; al massimo lo esortiamo a tenerli d’occhio lui questi tubi che qualche giorno non si abbia da raggiungerlo in massa danneggiando la qualita’ della mensa per il subtaneo sovraffollamento. Fallo, se non per noi, nell’interesse del tuo desco quotidiano, non vorrai continuare a mangiare di merda per l’eternita’!
Ciao.